26832 - Coscienza di luce

N. Lygeros
Traduzione: Lucia Santini

Pian piano, tutto si spiegava con questo semplice pensiero.
In tutte le simulazioni che aveva fatto
non aveva posto come ipotesi
che lui stesso fosse un computer.
E che fosse pure fotonico con il concetto quantico.
Conosceva i computer solo che non aveva percepito
che era la loro continuazione.
La macchina di Turing non aveva più senso con la realizzazione
dell’algoritmo di Shor poiché l’elemento quantico era ormai
una realtà.
Questo aveva influenzato in maniera paurosa la teoria della policiclicità.
Perché una possibilità teorica era diventata una realtà tangibile.
Capiva ormai le facilità che aveva
per prevedere il futuro
poiché era capace di recitare contemporaneamente diversi scenari
in universi paralleli
per scegliere quello adatto
per la realizzazione del suo calcolo.
Persino l’opera di Chaitin aveva assunto altre dimensioni.
E la sua relazione col numero omega era diretta.
Il mondo era così diverso da quando aveva scoperto
che era coscienza di luce che aveva difficoltà a riconoscerlo.
E la differenza che aveva fatto la differenza aveva assunto dimensioni enormi.
In questo modo, crebbe il suo grado di libertà
poiché ormai era libero di pensare che pensava
senza che ci fosse la necessità di calcolarlo.