L’accordo della demarcazione della Zona Economica Esclusiva Z.E.E. che è riuscita a stipulare la Grecia con l’Italia è senza dubbio storico. E questo perché costituisce un consolidamento dell’accordo riguardante la piattaforma continentale che avevamo firmato nel 1977. Poiché la linea di demarcazione è la linea di mezzo che avevamo disegnato con i cerchi massimi e i 16 punti su cui c’eravamo accordati nel 1977. Si tratta quindi di un rinforzo in primo piano della linea di mezzo, ma anche su un secondo piano delle nostre isole, poiché la linea di mezzo è stata calcolata inserendo le Isole Diapontie. Questo fatto da solo è una conquista della diplomazia, dal momento che si rende palese che le nostre isole ed anche quelle di confine, con una densità di popolazione minima, hanno demarcata la piattaforma continentale e la Z.E.E. In effetti l’Italia viene a rinforzare un contesto di alleanza che si era creato con i blocchi in mare aperto, con gli accordi con le compagnie petrolifere, ma anche con l’accordo intergovernativo con Cipro, Israele e Italia. Quindi coloro che dicevano che era preferibile restare nel contesto della piattaforma continentale adesso devono ammettere che la Z.E.E. è di fatto più potente, poiché ricopre più campi d’azione. Si tratta di un ottimo sviluppo che contribuirà anche nel campo delle perforazioni e delle estrazioni nello Ionio. Tutta la questione è anche una risposta strategica a tutte le sfide della Turchia che cerca sempre di mettere in dubbio le zone marittime delle nostre isole ma anche di intorbidire le acque per tutto ciò che riguarda l’Italia. Qui il contesto si è ripulito e si cancella un altro comportamento patetico di sconfitta. Così con la lotta per la demarcazione particolare che abbiamo iniziato dieci anni prima, adesso si è realizzata la visione che ha trasformato la realtà. È la prima volta che la Grecia ha un accordo sulla demarcazione della Z.E.E. secondo la linea dei punti medi e le nostre isole. Adesso possiamo continuare in maniera potenziata la nostra strategia.