12 - Un nuovo fenomeno in fisica l’abbondanza
N. Lygeros
Traduzione: Lucia Santini
Nel XX secolo la teoria nel campo della fisica ha fatto progressi tali che ha lasciato di gran lunga dietro di se qualunque tentativo da parte della sperimentazione; avente come conseguenza diretta l’apparire di un fenomeno nuovo l’abbondanza!
Molti fisici pensano che la situazione non sia mai stata così tanto sgradevole quanto attualmente. Senza dubbio potremmo dire in maniera un poco cinica sempre seguendo la verità che fra loro esistano nostalgie dell’epoca newtoniana.
È vero che a partire dal 1666 la teoria della gravitazione di I. Newton era diventata potentissima, tuttavia fu a questo punto che divenne una vera religione. In questo modo nessuno avrebbe osato pensare che avrebbe potuto essere inesatta, per non dire errata. L’Umanità dovette attendere fino al 1905 affinché si scoprisse finalmente un eretico: A. Einstein !
Tuttavia i veri problemi sono apparsi con l’avvento della meccanica quantistica, perché importuna lo scienziato a causa della libertà che gli offre sul piano dell’interpretazione. È fra l’altro una delle ragioni per cui alcuni scienziati la considerano come incompleta.
Il fenomeno dell’abbondanza è in verità nato negli anni 60, ed in seguito non fece che ingrandire sempre più. È nella nostra epoca che sono nate le diverse teorie delle corde che si appoggiano sull’ipotesi secondo la quale le particelle elementari si evolvono allo stesso modo delle supercorde in uno spazio tempo che può avere gli assiomi che seguono ad ogni teoria 10, 14, 24 vedi 26 dimensioni…
Certamente non presenteremo ora tutte le teorie di questi anni e di quelle che le hanno susseguite perché occorrerebbe un altro articolo, in maniera più realista esamineremo il punto comune il più importante che le teorie contemporanee offrono cioè la rarità o meglio l’assenza dei fatti sperimentali.
Una teoria fisica non confermata dall’esperienza è soltanto un modello matematico. È per questa ragione che la domanda seguente ha importanza. Cosa significa l’espressione “una teoria fisica”?
Il livello matematico che utilizza la fisica contemporanea raggiunge uno stadio tale che è difficilissimo anche per uno specialista della teoria trovare una formula che possa essere sperimentalmente verificata. Di conseguenza,
poiché questo avviene spesso i teorici attuali si accontentano o più esattamente sono più o meno costretti, socialmente parlando, di vedere se la loro teoria è logicamente coerente, errore di tempo, al posto di occuparsi su altre direzioni di ricerca, certamente più avventurose, ma che permetterebbero loro di ottenere finalmente questi criteri sperimentali tanto desiderati.
In effetti le teorie contemporanee hanno delle grandi debolezze nel campo della previsione dei fenomeni osservabili con i mezzi scientifici attuali.
Due esempi, affinché il nostro lettore non creda affatto che si abusi di lui non parlando di cose reali.
Einstein volendo unificare la gravitazione con l’elettromagnetismo, utilizzò un tensore asimmetrico in seno alla sua nuova teoria pensando che era la migliore generalizzazione possibile della relatività la quale si occupava unicamente dei tensori simmetrici. Su questo punto aveva assolutamente ragione, perché sul piano puramente matematico questa teoria è veramente estetica, il problema è che non si è trovata nessuna esperienza che la confermi! Per essere veramente esatti, in maniera generale attualmente pensiamo che questa teoria non sia giusta per ottenere la gande unificazione -quella delle quattro forze-, perché avrebbe delle grandi difficoltà a spiegare l’esistenza dei bosoni che è sperimentalmente certa.
L’altro esempio concerne la teoria degli universi paralleli o anche denominata la teoria delle ramificazioni. A livello logico, è perfetta. Solo lì esiste anche il problema dell’esistenza, ma è molto più difficile dell’esempio precedente, perché si tratta di una dopo-teoria che si basa sulla teoria della meccanica quantistica e che differisce dalla teoria ortodossa solo sull’interpretazione delle esperienze. Noi pensiamo che sia fra le più strane ma anche fra le teorie più interessanti che esistano attualmente.
Fatto sorprendente, questa situazione non esiste senza ricordare l’Antichità. In effetti in quell’epoca, l’abbondanza delle teorie era altrettanto importante; l’assenza di criterio sperimentale generava la presenza di una moltitudine di teorie. La credenza di questa moltitudine era aiutata da una similitudine con la nostra epoca: la volontà di rendere tutto teorico. Quest’ attitudine non è di per se dannosa, tuttavia lo diviene quando l’esperienza non approva le sue creazioni.
Al limite il lettore potrebbe ugualmente dirsi che è da augurarsi che una tale attività creatrice esista, non si ha la stessa cosa nel campo artistico? L’ultima parola spiega tutto!
Perché il vero problema è lì : la scienza senza l’esperienza non vale di più dell’arte! I pensatori greci, creatori di teorie, si resero subito conto che ciò che contava non era la validità, da qui una tendenza a migliorare le argomentazioni delle teorie. L’argomentazione divenne la chiave di volta della persuasione.( Il lettore attento avrà compreso che una piccola estrapolazione di questi propositi sarà sufficiente a spiegare la nascita della filosofia!) Ed è vero che la coerenza logica di una argomentazione che tende al buon senso può scuotere le convinzioni dei più realisti fra noi. Non dimenticate, caro lettore, che l’unico mezzo che trovava Diogene per contrastare le affermazioni di Zenone, sull’impossibilità del movimento, era di mettersi a camminare!
Ma supponiamo un istante che Diogene fosse paralitico che avrebbe fatto? Certamente ciò non era che una metafora, ciò che noi vogliamo esprimere è il fatto seguente: senza l’accesso all’esperienza è impossibile provare qualunque cosa sulla veridicità di una teoria che sia logicamente coerente.
Il declino del pensiero scientifico degli antichi greci è dovuto alla mancanza di una ricerca sperimentale. Così pensiamo che da una parte gli sperimentatori devono sviluppare ancora di più in meglio le loro tecniche e d’altra parte, è la ragione essenziale dell’esistenza di questo articolo, che noi i teorici dovremo infine apprendere che un modello matematico non è una teoria fisica e che dobbiamo confrontare senza tregua la teoria con la realtà. Perché per quanto bella che possa essere l’estetica di una teoria non sarà meno mostruosa se ella non è affatto vera.