15257 - All’inizio la fine
N. Lygeros
Traduzione: Lucia Santini
Quello che ha importanza è ciò che facciamo verso la fine. Nell’Ellenismo tutto comincia dalla fine. È: all’inizio la fine. Questo significa in pratica: all’inizio la morte. Perché, se non comprendiamo cosa significa la morte, moriamo prima di vivere. Se comprendiamo cosa significa la morte, comprendiamo, poiché siamo un popolo del tempo, che dopo la percezione di questa morte, comincia la memoria. Quando poi decido di continuare, comincia il non oblio e in quell’istante entro nella verità. È interessante, se poi colleghiamo quanto detto anche al cristianesimo, constatare che quando parliamo della luce e del sentiero, non spieghiamo dove di preciso si trovi la luce. Quindi il sentiero è un po’ più difficoltoso. Ma una cosa sappiamo di certo, ed è che, quando crediamo in questa luce, non rimarremo nel buio. La cosa più impressionante è che, anche quando siamo nel buio e crediamo nella luce, possiamo accendere una candela. Qualunque siano le difficoltà in cui ci troviamo, quello che ha importanza è la continuità. E se analizziamo razionalmente, cosa facciamo a Pasqua nel rito della Resurrezione e della luce, vedremo che all’inizio la candela è triplice e ricorda la divinità del tempo tricefalo e chiaramente la trinità. Poi mentre ognuno di noi ha solo una candela, la accendiamo e la cosa interessante è che appena l’accendiamo comincia a morire. Ma nel frattempo la prima cosa che facciamo è accendere la candela dell’altro. Se analizziamo questo razionalmente ne segue che anche all’altro gli diamo la possibilità di morire. Questa è la continuità. Per questo quando si consuma un genocidio, cercano di fare l’esatto contrario: non solo cercano di uccidere i vivi, ma impediscono anche che ci siano i successori. Per noi dunque ciò che ha importanza nel comandamento “ama il prossimo tuo”, il prossimo non è colui che è vicino localmente, ma colui che è vicino nel tempo, il che significa che saremo in relazione sia con il predecessore che col successore. Quando ci renderemo conto che siamo il successore del predecessore ed il predecessore del successore, allora comprendiamo che non siamo noi, comprendiamo che siamo gli altri e pian piano gli altri degli altri. Quando entriamo in questo contesto, allora possiamo dire che c’è continuità. Perché quello che ci interessa è come vivranno gli altri. Così comprendiamo che l’individualità non ha senso. E se l’ellenismo esiste ancor oggi, è perché vede le cose in maniera sferica, olistica e mai individualmente. Quindi la scelta ci appartiene: libertà o morte. La scelta della continuità appartiene solamente a noi e a nessun altro.