15793 - Nella distruzione
N. Lygeros
Traduzione: Lucia Santini
Isaakio, Sofikò e Asimenio erano deserte.
La barbarie aveva divorato tutta la zona di Didimoticho.
Nessuno credeva più nella rivincita tutti dicevano che era giunta la fine.
E che non c’era più alcuna speranza.
Ogni resistenza si era dileguata.
La barbarie aveva vinto.
Almeno questo credette.
Ma il clefti e la sua gente non erano ancora morti.
Anche se vivevano ormai in mezzo ai morti.
Si erano preparati per resistere a tutto.
Erano come le torri.
Sarebbero caduti per ultimi.
Perché nessun altro avrebbe resistito a simile assedio.
Non cedettero minimamente.
Attendevano l’ultimo attacco.
E quando arrivò finalmente passarono al contrattacco.
Dovevano vivere.
Ogni loro colpo doveva essere unico.
Ed il nemico doveva cadere inanime.
Perché non c’erano più i sìmandron e le campane.
Erano le ultime croci della Rivoluzione.
Quelle umane.
Quelle che non dimenticano.
E che non hanno dimenticato nulla della dottrina.