15795 - Dopo la morte

N. Lygeros
Traduzione: Lucia Santini

La barbarie credette che erano morti tutti.
E che non c’era più neppure un greco.
Aveva dimenticato però coloro che non dimenticavano.
E mentre scrisse la storia dei forti.
Non scrisse la verità.
Il clefti e la sua gente erano ancora vivi.
E dopo la morte della città.
Preparavano la resurrezione.
Con la loro esistenza erano condannati.
Con il loro atto erano colpevoli.
Con la barbarie erano morti.
E così iniziò la leggenda del clefti che sopravvisse.
Solo che era l’ultimo.
E nessuno poteva scrivere la sua storia.
Così divenne leggenda affinché non si dileguasse la sua storia.
E ogni attacco contro l’invasore aveva la sua firma.
Sempre con la strana impugnatura.
Affinché sapessero i posteri che viveva il precedente.
Era lo spirito del castello.
Castellano-costantinopolitano.
Quello che sapeva il valore di ogni pietra, quando la barbarie cercava di uccidere il giusto.
Erano le grida che non tacevano davanti all’invasore.
Perché le aveva scalfite la Rivoluzione che continuava.