15953 - Dopo la battaglia navale

N. Lygeros
Traduzione: Lucia Santini

La cristianità non si era piegata.
Con la battaglia di Malta nel 1565 ove erano stati sconfitti i Giannizzari quando cercarono
di sfiorare i falchi, e con la battaglia navale di Lepanto nel 1571, l’Impero Ottomano si arrestò.
Imparò nel modo più duro che non avrebbe mai dominato nel Mediterraneo.
Anche se cercò di coprire la sua enorme sconfitta in modo diplomatico come era di sua
consuetudine.
Ritornò alle tattiche precedenti, ove il mare non era più un punto dominante.
Così la battaglia non si arrestò a Famagosta.
Al contrario la città diventò un simbolo di resistenza.
E questo era il giusto.
Perché nessuno deve piegarsi da solo.
Questo era l’insegnamento.
E quella sera che parlarono per la prima volta bevendo Commandaria e analizzando
insieme la partita italiana perché avevano letto entrambi il libro di Pedro Damiano,
passarono ad una innovazione quella spagnola in onore di Ruy López de Segura.
Così si presentò il concetto di lega.
Tutti coloro che avevano combattuto contro la barbarie conoscevano meglio di chiunque altro queste aperture per superare le difficoltà della dominazione dello spazio.
Così dimostrarono che erano con il Tempo.
Senza dimenticare la difesa dei due cavalieri, presero la decisione storica.
Le termopili del Mediterraneo.
Salamina della Medimarittima.
Per porre fine all’espansione sulla scacchiera marittima.
Seguendo la strategia orizzontale diacronica.
Quella che unisce le medimarittime.
Perché conosce da secoli a questa parte il valore dell’elemento dinamico che protegge tutti coloro che lo rispettano.
Senza cercare di occuparlo, visto che sanno a priori che sono popoli di mare
a causa del Tempo che per quanto i suoi nemici si ostinino a ridurlo in schiavitù rimane sempre libero, perché è dono dell’Umanità.