16289 - Secoli di occupazione

N. Lygeros
Traduzione: Lucia Santini

Secoli di occupazione ha vissuto la Spagna e Cordova è stata torturata più di qualunque altra città, affinché divenisse un paradigma da imitare.
Certo la costruzione cominciò con l’imitazione affinché non ci fosse innovazione perché non volevano che primeggiasse ma semplicemente esistere affinché fosse fuori contesto qualunque incredulità successiva.
Eppure l’influenza della Spagna romana si presentò di nuovo, perché le pietre della basilica dei martiri del Santo non avevano dimenticato il suo memoriale.
Persino i colori degli archi che erano alternati avevano i segni della nostra arte.
Le cose peggiorarono quando gli usurpatori divennero un istituzione indipendente.
Le torture contro i Cristiani divennero ancora più dure.
Le misure prese erano inumane, perché temevano anche lo loro ombra.
Volevano che non ci fosse neppure una speranza di liberazione.
Errore strategico.
Perché quando non hai più nessuna speranza, non hai nulla da perdere, diceva il Maestro.
E poiché tutto ciò non era mai abbastanza per gli usurpatori, vollero adoperare l’arte dei Cristiani, per sembrare importanti anche più di Damasco.
Non gli erano sufficienti gli schiavi Spagnoli, portarono anche i Bizantini, per costruire al di là dei limiti sia nella dimensione e nella bellezza.
Ma l’edificio riportava alla memoria sempre di più la struttura iniziale della Basilica.
In maniera del tutto casuale chiaramente.
A questo punto sorrisero anche i Santi, perché avevano capito i trucchi e gli stratagemmi della nostra gente che avevano ben appreso l’insegnamento.
Alla fin fine, i sovradimensionamenti erano semplicemente una messa in mostra del potere che credeva di essere ancora più forte tramite le dimensioni delle modifiche.
E cominciò a copiare degenerando ogni impegno architettonico pitturando anziché alternare la pietra ai mattoni.
Allora cominciò il conto alla rovescia.