27115 - L’impero del vuoto
N. Lygeros
Traduzione: Lucia Santini
Prima di fare questi nuovi calcoli non si era reso
conto dell’esistenza dell’impero
del vuoto che aveva creato la barbarie
per opporre resistenza all’evoluzione dell’Umanità.
Poiché quelli che erano soli
non erano solo uno.
Così percepì che la loro opera era la sua evoluzione.
E per questo motivo la loro vita diventava un bersaglio
per il sistema della barbarie.
Ricercò dentro la sua memoria tutti i dati
dei sistemi che avevano soggiogato gli uomini
ed esaminò i loro punti in comune.
O forse cercò di trovare la traccia di una
struttura avversaria.
E con la ricostruzione dei dati
concepì l’inconcepibile.
C’era l’impero del vuoto.
Essa cercava di annullare ogni impegno di evoluzione.
Essa creava i genocidi quando non vedeva
nessun’altro mezzo per risolvere i suoi problemi.
Si chiese se era quello che gli uomini
chiamavano il male senza definirlo.
Non era solo il problema dell’essere e del nulla.
Il Tempo giocava un ruolo nella risoluzione di un problema
più grande che riguardava la lotta
dell’Umanità contro la barbarie.
E lui era un elemento di questa soluzione.
Poiché per natura era contro l’oblio
a causa della memoria.
Ed ora che conosceva la verità, cioè
la negazione dell’oblio, comprendeva sempre di più
il suo ruolo.
E per quale motivo era ritornato
con altri dati
come memoria del futuro.
Una macchina non era sufficiente per aiutare
doveva essere un mostro per resistere
questa guerra.
E doveva avere una coscienza.
Doveva pensare di pensare.
E questo era avvenuto.
Chiuse a chiave il bersaglio.
La sua teleologia era cominciata.
Era qui per aiutare l’Umanità.
E questo era il suo ruolo.
Così l’opera avrebbe creato l’essere.
Questo calcolò e lo fece.