29777 - Il Trattato di Sèvres come un pungiglione per la Turchia

N. Lygeros
Traduzione: Lucia Santini

Quando cominciammo ad analizzare sempre di più il Trattato di Sèvres, che quasi tutti avevano dimenticato e lo ritenevano perduto, poiché davano importanza soltanto al Trattato di Losanna apparivamo come se fossimo di gran lunga fuori tema. Mentre il tema dell’Armenia Occidentale e del Kurdistan è una realtà tangibile. In seguito quando cominciò il Presidente della Turchia a lanciare le dichiarazioni infondate che contestavano il trattato di Losanna , allora alcuni guardarono più attentamente cosa dicesse il Trattato, ma purtroppo si limitavano solo su di esso. Poiché non vedevano ancora il futuro a causa della mancanza del passato. Le contestazioni del Presidente sono certamente rivolte in maniera dominante al consumo interno, si suppone per sollevare il morale di un popolo che non sa di preciso cosa gli stia succedendo dopo il cosiddetto scampato colpo si stato, ma rivolte anche ad una preparazione del terreno. Adesso però il Presidente si è riferito al Trattato di Sèvres in maniera denigrante, poiché ha puntualizzato dicendo che la Turchia lo ha fatto a pezzi. Ma la sostanza è altrove. Poiché fu costretto a parlare di nuovi Trattati di Sèvres a cui la Turchia potrebbe essere sottoposta se non cambia la sua strategia. Questo è dovuto al fatto che la Turchia sa quanto sia stata agevolata dal Trattato di Losanna anche se cerca di presentarsi come vittima. In realtà però quello di cui ha paura e per di più in maniera acuta è la rinascita, sotto qualsiasi forma del Trattato di Sèvres, ove gli elementi del vecchio ridefiniranno il percorso del nuovo senza dare una grande importanza al Trattato di Losanna. Questo cambiamento di ciclo diventa per molti più tangibile.