7197 - Il falco e il leone di Malta

N. Lygeros
Traduzione: Lucia Santini

Era l’anno di grazia 1565 anno in cui ebbe luogo la terribile battaglia. Era cominciata come un classico assedio ma la resistenza senza fine degli Ospedalieri l’aveva trasformata in un atto di coraggio. Le navi di Soliman sotto il comando di Kara Mustafà, volevano distruggere Malta. Più di un centinaio, più di cento ventimila combattenti per una sola isola, però senza tener conto di Jean Parisot di La Valletta, il quarantanovesimo grande maestro dell’ordine. Perché anche dopo la presa del Forte Saint-Elme e il sacrificio dei centotrenta Cavalieri, egli non si lasciò impressionare. Egli conosceva il sentimento di ferro. E quando vide in mare i corpi dei Cavalieri crocifissi dall’esasperazione degli Ottomani davanti a tale resistenza per un pezzo di terra sperduto in mezzo al mare, non esitò a decapitare i prigionieri barbari per inviare con colpi di cannone, le loro teste sulla linea nemica. In questa battaglia, ove il tempo prese posizione, gli Ottomani furono presi di sorpresa e non poterono sostenere la pressione dei rinforzi della cristianità.
Trentamila morti.
Scacco matto.
Un’intera armata non poteva più impadronirsi di un’isola. Anche una piccola chiave poteva bloccare una grande porta.
Questo era l’insegnamento del falco e del leone di Malta, quello che aveva attraversato le epoche per informare grazie ai libri i resistenti degli altri secoli. Ciò che era impensabile era digià esistito.
Questa era la missione del maestro. Mostrare la via verso l’impensabile tramite l’opera del tempo per salvare l’Umanità.
André, Bernard, Claude, David, Eric, Frédéric, Georges e Hervé erano vicino al maestro. Avevano vissuto numerose battaglie nel mondo del pensiero ma questa volta, era diverso.
Erano pronti a fare la differenza.
Come avrebbe detto il suo amico, il musicista, lo strumento aveva ora un’anima.
La scacchiera aveva altre dimensioni, copriva un’intera isola.
L’isola di Rodi.
Mondo mentale.
Nuovo modello conforme.
Convergenza dei rami per raggiungere il nodo del problema. Occorreva mostrarlo ai discepoli, più tardi. Per il momento, non si trattava di trasmettere ma di combattere a monte per applicare i metodi scacchistici di profilassi, altrimenti la resistenza sarebbe stata destinata alla sconfitta e per di più con dei sacrifici.
Ma non aveva bisogno di farlo. I discepoli erano coscienti che il tutto non era comprensibile soprattutto nell’opera del tempo.
L’importante era di mettere il sistema fuori equilibrio per permettere l’attivazione dei processi irreversibili.
Creatività e pensiero laterale.
L’ufficiale di Palazzo…
Rimpiazzò l’alfiere con il falco. Questo era vietato ed è per questo che lo fece prima di mettere in piano le regole. Il lavoro sulle funzioni mostruose gli aveva insegnato che la regolarità era soltanto la circostanza. Rimpiazzò il cavaliere dell’ala della Regina, con il leone.
Sistema fuori equilibrio.
Ricerca di una nuova stabilità.
Nessuno aveva osato giocare una simile partita a scacchi. Unicamente perché nessuno l’aveva concepita precedentemente.
Ora, era fatta. Occorreva giocare in questo modo per raggiungere lo scopo. Le altre possibilità erano state digià considerate, invano.
Composizione notturna.
Non poteva più attendere di vedere la luce.
Così la rubò.
Come si doveva.
Contro il metodo.
Aveva bisogno di un ultimo dettaglio.
Stima della nuova situazione.
Chiamò il suo amico, il musicista e gli chiese di suonare di nuovo. Voleva ritrovare un motivo nella partitura invisibile.
Incorporazione del codice.
I discepoli sentirono il silenzio. Era la prima volta e capirono che l’ora era pesante.
Esplosione mentale.
Ramificazione neuronale.
Giunzione con gli altri Servitori dell’Umanità.
La musica della storia si posò al di sopra della scacchiera ed il leone attaccò.
Cc3!
Era un colpo di contrattacco giocato dall’inizio.
Ecco qual’era il primo colpo.