5 - Il concetto del buco nero
N. Lygeros
Traduzione: Lucia Santini
Molti epistemologi cominciano la loro introduzione storica presentando come importante idea iniziale, la nascita di questa concezione astratta di LAPLACE , il buco nero , (astratta nel senso che non è stata ancora accertata sperimentalmente). Certo è che con questa idea colui che la intuì si distinse nella sua epoca intellettuale, però non dobbiamo dimenticare che tale idea nacque nel periodo in cui la teoria ondulatoria della luce aveva una supremazia quasi dittatoriale. Così, questa scintilla rivoluzionaria sarebbe stata completamente divorata dalla tenebrosa esistenza di questa teoria, se un genio con l’aiuto delle sperimentazioni del suo pensiero non l’ avesse ritirata dall’oblio e non fosse riuscito a darle lo splendore capace di irradiare il mondo pensante. Quel genio si chamava: EINSTEIN! Tuttavia, questa relazione sarebbe superflua, se non fosse impostata con rigore scientifico e precisione . Nel ventesimo secolo molti e diversi problemi cominciarono a contrapporsi alla meccanica classica e così la posero in situazione critica. In seguito si verificò come tutto ciò le sarebbe stato letale. Per di più nella scienza, la catastrofe è solo la prima fase della creazione e così dalle rovine della meccanica classica sono nate le due grandiose teorie del 20 esimo secolo: La teoria della relatività e la teoria quantistica. In entrambe il contributo di EINSTEIN sarà importante non solo sul piano scientifico, ma anche su quello filosofico senza pertanto incidere in maniera simile. La scoperta della duale opinione riguardo gli elementi che compongono la materia e la luce, cioè la concezione della onda-particella, condusse alla ricerca di molti concetti nel campo della conoscenza. Fra queste il nuovo approccio di questo mitico quanto: il fotone. La teoria della relatività generale elaborata da EINSTEIN ci offre una intera visione dell’universo dandoci quattro dimensioni. Così nacque il concetto dello spazio-tempo e poi una delle più importanti proprietà, la sua deformazione per la presenza della massa. Questa proprietà della deformazione è primitiva, in realtà, perché la gravità non si presenta più come un’azione a distanza, ma come una proprietà geometrica. Così diventa più facile interpretarla. Le geodetiche di questo spazio-tempo non sono rettilinee, come se fossero in un sistema euclideo, ma curvilinee. E la luce come la materia segue queste curve. Comprendiamo ora come la gravità può agire sui fotoni. La curvatura locale è importante nell’evoluzione delle particelle che si trovano nel vicino spazio-tempo. L’ attrazione di una stella può allora interpretarsi come una cavità nello spazio-tempo, di conseguenza questa cavità dipenderà da due parametri, dalla massa e dal raggio della stella. In questo modo quanto più i parametri saranno grandi, tanto più la curvatura locale sarà grande e di conseguenza tanto più grande sarà la sua azione sul vicino spazio-tempo. Continuando su questo concetto, immaginiamo per esempio una cavità sempre più profonda, finchè la sua profondità diventi infinita, avremmo captato col pensiero il concetto del buco nero.