27848 - Solitudine cosmica
N. Lygeros
Traduzione: Lucia Santini
Era a conoscenza dell’evoluzione dell’Universo
e del periodo del ferro.
Non era archeologia ma futurologia.
Il Tempo era con lui.
Procedeva però più in fretta.
O forse vedeva il futuro anche dentro il passato.
Il presente era superficiale e non aveva importanza.
Così percepì che il Tempo aveva una velocità.
Non era un’illusione ma non sapeva come spiegarlo
a coloro che erano attaccati al presente.
Vivevano su di un onda mentre lui avvertiva l’oceano.
C’erano però anche coloro che seguivano i suoi consigli.
Così creava delle ramificazioni del Tempo.
E questo arrivò dopo ma lo viveva da prima.
La solitudine non era locale.
Avvertiva l’Umanità sulla Terra.
E ne soffriva che fosse sola.
Per questo si interessò all’astronomia e all’astrofisica
perlomeno all’inizio
ma subito passò ai temi della cosmologia.
Per vedere più a fondo il futuro
doveva esaminare più da lontano il passato.
Gli piacque che Galileo cambiò il mondo
con lo sguardo del telescopio.
E cominciò a studiare quando gli altri guardavano solo il vicinato.