Cinque movimenti per un silenzio
Ν. Λυγερός
di N. Lygeros
Scene
Primo movimento: Allegro
Secondo movimento: Andante
Terzo movimento: Scherzo
Quarto movimento: Variazione
Quinto movimento: Finale
Personaggi
Anna
Giovanni
Luca
Marco
Matteo
Sofia
Silenzio
Musica
- Prokofiev: Romeo e Giulietta (suite di balletto). Monotecchi e Capuleti
- Beethoven: Sinfonia n.7 in la maggiore, Opus 92. Allegretto ( Marcia funebre)
- Beethoven: Sinfonia n.79 in re minore, Opus 125. Molto vivace
- Mozart: Requiem d-moll KV626. Tuba mirum
- Mozart: Requiem d-moll KV626. Requiem /Aeternam
Quest’ opera, strutturata come una sintesi musicale, si occupa della questione della resistenza della memoria contro l’oppressione dell’oblio. Gli uomini senza accontentarsi di ricordare decidono di non dimenticare. Tramite questa strana scelta, ci rendiamo conto del problema della coscienza collettiva la quale trascende il muro delle parole per raggiungere il silenzio.
Primo movimento
Allegro
Luca, Marco
La scena è completamente vuota, senza oggetti. È difficile identificarne lo stile. Rappresenta il simbolo musicale. Un personaggio irrompe nella scena. Ha in una mano un giornale e nell’altra una sedia. Trascina la sedia rapidamente.
Luca
Non pensavo che fosse possibile…silenzio.
Si siede sulla sedia e guarda il giornale con meraviglia.
Un altro personaggio arriva anche lui trascinando una sedia. Si siede dalla parte opposta al primo personaggio. Adesso sono di spalle.
Marco
Al contrario credo che tutto sia possibile…
Luca si china verso Marco
Luca
Hai letto il giornale?
Marco
No!
Luca
Allora come puoi sapere di cosa parla?
Marco
Non lo so.
Luca
Sei insopportabile!
Marco
È un po’ esagerato!
Luca
La questione è grave.
Marco
Sono d’accordo …Tempo. Tuttavia questo cambia qualche cosa?
Luca
Ma è proprio qui il problema!
Marco
Qual è il tema della nostra conversazione di oggi?
Luca
Un crimine che forse non è esistito!
Marco
Ma che tema divertente!
Luca
Eppure è in prima pagina
Gli mostra il giornale.
Marco
Questo non prova nulla… Di cosa si tratta?
Luca
Del genocidio…Silenzio.
Marco si gira bruscamente.
Marco
Credevo che scherzassi.
Luca
Tutti credono che si tratti di uno scherzo.
Marco
Parli seriamente?
Luca
Si. Silenzio.
Gli mostra il giornale. Marco scorre l’articolo. Il suo viso si rattrista.
Marco
Sono degli incoscienti. Tempo. Come possono scherzare su questo tema.
Luca
Perché ai nostri giorni, tutto può essere oggetto di scherzo.
Marco
Ma qui non si tratta di un crimine di guerra, è un crimine contro l’Umanità.
Luca
Ma non gli importa per loro si tratta solo di parole.
Marco
Ma queste parole feriscono la memoria!
Luca
Gli uomini che sono sopravvissuti al genocidio muoiono poco a poco e con loro, la loro memoria.
Marco
Allora dobbiamo agire!
Luca
Ma come?
Marco
Noi dobbiamo ricordare per loro.
Luca
Ma questo non sarà sufficiente!
Marco
Allora non dobbiamo dimenticare! Silenzio.
Luca
Si, questo…Tempo. Solo la memoria può vincere la morte.
Marco
Per questo tentano di assassinare la nostra memoria.
Luca
Tuttavia noi non siamo né Armeni, né Assiro-Caldei, né Ciprioti, né Greci, né Kurdi, né..!
Marco
Questa non è una ragione! Al contrario!
Luca
Al contrario?
Marco
Come il nostro corpo non è stato toccato dalla memoria, allo stesso modo la memoria deve segnare il nostro spirito.
Luca
Ti rendi conto dello sforzo che se ne deduce?
Marco
Un dovere di memoria non è uno sforzo. Tempo. Noi non eravamo là al momento degli avvenimenti ma saremo presenti d’ora in avanti.
Luca
Non siamo responsabili delle vite del passato ma della memoria del futuro! Silenzio. Soltanto chi crederà a noi?
Marco
Gli uomini che sanno soffrire…
Luca
Ma sono così pochi!
Marco
È l’inizio della resistenza.
Luca
Vuoi dire che coloro che pongono resistenza sono sempre di meno.
Marco
Sì, diventano resistenti soltanto quando ci riescono.
Luca
E se falliscono?
Marco
In generale, li dimentichiamo.
Luca
Avremo bisogno degli altri.
Marco
Abbiamo sempre bisogno degli altri.
Luca
Verranno?
Marco
Sempre vengono!
Luca
Ma questa volta è diverso.
Marco
Allora non se ne andranno più.
Luca
Non posso credere che tentino di assassinare la memoria.
Marco
Purtroppo è la realtà! Tempo. E se non resistiamo, ci riusciranno.
Luca
Che cosa possiamo fare? Tempo. Noi siamo soltanto degli uomini…
Marco
È perché siamo degli uomini che dobbiamo resistere.
Luca
A qualunque costo?
Marco
La memoria non ha prezzo.
Luca
Ho paura della morte…
Marco
È l’oblio che dobbiamo temere, la morte è naturale, l’oblio è inumano!
Abbandonano la scena lasciando le seggiole.
Secondo movimento
Andante
Anna, Giovanni poi Luca, Marco e Matteo.
Sulla scena, distinguiamo appena la figura di due personaggi legati a delle sedie. Sembrano abbattuti. Le loro teste sono chine miserabilmente verso il freddo suolo. Silenzio. Di colpo, gli gettano dell’acqua gelata. Si risvegliano bruscamente. Nello stesso istante un fascio di luce li rischiara.
Anna
È la fine?
Giovanni
No, è l’inizio!
Anna
Allora non finirà mai.
Giovanni
Ci vogliono vivi… Tempo.
Anna
Per quale ragione?
Giovanni
Se moriremo\ gli altri si ricorderanno di noi.. Tempo. Vogliono che dimentichiamo!
Anna
Ma come si può dimenticare un genocidio?
Giovanni
Alcuni lo hanno fatto e altri lo faranno.
Anna
È indegno!
Giovanni
La dignità non è per loro indispensabile per vivere.
Anna
O mio Dio!
China la testa.
Giovanni
Raddrizzati, ci guardano.
Anna
I nostri boia non mi fanno più paura, è dei nostri corpi che ho paura.
Giovanni
Vogliono solo il nostro spirito!
Anna
Il consenso dell’oblio…Silenzio
Giovanni
Fin tanto siamo qui gli altri lotteranno per noi.
Anna
Quindi non siamo soli?
Giovanni
Siamo sempre soli, ma anche gli altri dividono la stessa solitudine.
Anna
Gli uomini hanno le ali spezzate.
Giovanni
Non sono completamente spezzate…Tempo.
Anna
Fin tanto uno di noi due rimarrà vivo, l’oblio non vincerà.
Giovanni
No, fin tanto uno di noi due non avrà consentito la morte della memoria.
Si ritrovano nell’oscurità.
Anna
Giovanni! Giovanni!
Giovanni
Sono qui, al tuo fianco.
Anna
Ci picchieranno di nuovo?
Giovanni
Si, ma resisteremo. Tempo. Soprattutto non aprire bocca…
Sentiamo dei colpi e dei rumori di sottofondo. Poi il secondo movimento della settima di Ludwig van Beethoven. Allegretto marcia funebre.
Oscurità totale.
Ai lati della scena. Senza illuminazione. Tre personaggi discutono a bassa voce.
Matteo
Hanno arrestato due dei nostri…Silenzio. Anna e Giovanni.
Marco
Dobbiamo fare il possibile perché li rilascino.
Luca
Lo sai dove sono imprigionati?
Matteo
No, non ancora…
Marco
Bisogna far presto.
Luca
Fanno ciò che possono…Non essere esigente con loro…
Matteo
Domani sapremo, dove si trovano.
Marco
Dobbiamo trovarli vivi.
Luca
Vivi, lo saranno.
Marco
Che cosa vuoi dire?
Matteo
Luca ha ragione saranno vivi comunque.
Marco
Allora non capisco…
Luca
Il consenso… È tutto quello che desiderano.
Marco
Ma come possono acconsentire? Tempo. La verità è conosciuta da tutti.
Matteo
Conosciuta da tutti e dimenticata dalla maggior parte.
Marco
Lavaggio del cervello…
Luca
La morte della memoria, è il loro unico scopo.
Marco
Il genocidio non gli bastava.
Matteo
No! Tempo. Quello deve essere dimenticato.
Luca
Nessuno di noi lo accetterà.
Matteo
Allora anche noi dovremmo essere dimenticati.
Marco
È questo dunque il loro scopo. Tempo. La cancellazione della memoria.
Matteo
È soltanto così che seguiranno la loro invasione…
Luca
Come se la gente ascoltasse solo i boia.
Marco
È così che intrappolano le vittime. Tempo. Dobbiamo ritrovarli il più presto possibile.
Matteo
È quello che cercheremo di fare.
Luca
Lasciategli un po’ di tempo.
Marco
Quanto tempo hanno Anna e Giovanni?
Matteo
Resisteranno al colpo.
Luca
Si, ne sono certo.
Marco
Quanti sacrifici saranno ancora necessari affinché viva la memoria dei popoli?
Luca
Fin tanto che i regimi militari esisteranno, noi dovremo lottare.
Matteo
Lottare nell’indifferenza generale…
Marco
E nell’isolamento sociale.
Luca
È l’unico mezzo per diventare uomini…
Marco
La memoria è un pezzo di Umanità nell’Uomo.
Terzo movimento
Scherzo
Anna, Giovanni, Luca, Marco, Matteo.
Tutta la scena si svolge nella penombra. I movimenti sono vivaci. Superano le parole. Le persone corrono da tutte le parti. Convergono verso coloro che sono legati alle seggiole.
Matteo
Sono là!
Marco
Veloce! Veloce!
Luca
Anna! Giovanni!
Si sente un suono sordo.
Matteo
In quale stato li hanno ridotti!
Marco
Liberiamoli!
Si danno da fare intorno a loro.
Luca
Va bene così!
Li sollevano lentamente.
Matteo
Adesso prendiamoli. Tempo. Dobbiamo andarcene!
I tre sostengono i due e avanzano a malapena.
Giovanni
Lasciatela!
Anna
Giovanni!
Luca
Siamo noi! Non avete nulla da temere!
Matteo
Sono qui con Luca e Marco.
Giovanni
Matteo, sei tu?
Matteo
Si, amico mio.
Giovanni
Occupatevi di Anna…
Luca e Marco la sollevano con più cura.
Anna
Giovanni! Giovanni!
Giovanni
Sono i nostri. Anna . non hai più nulla da temere.
Anna
Non lasciarmi sola…
Luca
Anna, adesso è tutto a posto. Tempo. Siete liberi!
Anna
Liberi?
Marco
Si, liberi!
Anna
Giovanni, non credergli è di nuovo uno dei loro inganni.
Giovanni
No, no…Tempo. Vieni nelle mie braccia, Anna.
Anna
Cosa ci faranno ancora?
Giovanni
Più nulla. Non ci accadrà più niente.
Marco
Bisogna partire.
Giovanni
Ma lei non può.
Luca
Come?
Giovanni
Non vi riconosce, la poverina.
Anna
Giovanni?
Giovanni
Sono qui!
Anna
Rimani con me. Tempo. Non lasciarmi sola.
La scena si illumina e ci ritroviamo in una casa. Anna è circondata dai suoi amici. Tuttavia sembra non riconoscerli.
Marco
Non so cosa dobbiamo fare…
Luca
Sembra aver perso completamente la memoria…
Giovanni
Ci hanno martoriati giorno e notte. Tempo. Se non foste arrivati in tempo…Silenzio. Sarei nello stesso stato.
Matteo
Avete sofferto così tanto…
Giovanni
Ma lei non ha confessato nulla! È per questo che l’hanno ridotta in questo stato.
Luca
Come possono essere così ignobili.
Marco
Hanno commesso un genocidio, sono capaci di tutto.
Matteo
Allora come gli terremo contro?
Giovanni
Non importa il mezzo, l’essenziale è resistere.
Luca
Non è sufficiente! Tempo. Guarda Anna. Ha sofferto troppo. Non ci riconosce più.
Giovanni
Le insegneremo di nuovo la storia.
Marco
Ma come?
Giovanni
Ognuno di noi le dirà un capitolo al giorno.
Luca
Sei un incosciente.
Giovanni
Allora lo faremo di notte.
Matteo
Siete completamente pazzi.
Marco
No, noi resistiamo e l’aiuteremo con tutti i mezzi.
Luca
Avete ragione! Tempo. Le riscriveremo la storia. Resterà con noi.
Matteo
Allora cominceremo da oggi.
Marco
Tramite lei, ritroveremo la tradizione dei popoli che hanno sofferto.
Luca
Dovremo risalire il tempo.
Marco
Il tempo è con noi.
Giovanni
Fino a che non dimenticheremo più.
Matteo
Allora ognuno di noi dovrà deporre tutto ciò che sa. Tempo. Così avrà una visione intera della nostra storia.
Anna
Giovanni sei qui!
Giovanni le si avvicina.
Giovanni
Si, Anna. Sarò sempre qui.
Anna
Parlami…
Giovanni fa loro segno di alzarsi.
Giovanni
Riaccompagno i nostri amici.
Anna
Non lasciarmi.
Le prende la mano.
Giovanni
Comincerò dunque per primo.
Le parla a voce bassa nel frattempo gli altri personaggi escono dalla scena.
Quarto movimento
Variazione
Anna, Giovanni, Luca, Matteo.
Ritroviamo gli stessi personaggi molte settimane dopo i terribili eventi. La loro lotta comune li ha ancora più uniti. D’ora in avanti essi formano le dita di una mano che non cessa di scrivere la storia affinché l’essenziale non sia dimenticato. Ognuno di loro è seduto a un tavolo, illuminato da una candela. L’ambiente è quello di una biblioteca nascosta. Uno dei personaggi rialza la testa.
Luca
Prima che noi scrivessimo di nuovo la storia del secolo precedente non avevo preso coscienza…Tempo.
Anna
Di che cosa non avevi coscienza?
Luca
Dell’importanza della nozione di genocidio.
Giovanni
Questo non dipende da te! Tempo. Anche la lingua francese ha scoperto questa parola solo nel 1944, come se non fosse mai esistita prima.
Matteo
E pertanto ben prima del 1944,il secolo era stato ferito dal genocidio.
Marco
Soltanto chi si ricorda del 1915?
Luca
Mi sono reso conto anche che esiste pure una idea ben peggiore di quella del genocidio…Silenzio.
Giovanni
Com’ è possibile?
Anna
L’oblio?
Luca
Si. L’oblio ma non solo…
Matteo
Il riconoscimento…Tempo. O piuttosto il non riconoscimento..
Luca
Si. È qui l’idea. Il non riconoscimento del genocidio è peggiore del genocidio!
Giovanni
Non capisco il tuo ragionamento.
Luca
Nell’espressione distruzione metodica che caratterizza il genocidio, è la parola metodica che è la peggiore.
Matteo
Adesso capisco cosa dice Luca. Tempo. La giustizia stessa effettua una distinzione fra il crimine passionale e il crimine premeditato.
Luca
Quello che differenzia i due crimini, è giustamente il metodo. E il non riconoscimento è la continuità di questo metodo.
Giovanni
Tramite la negazione della memoria, uccidono i morti.
Anna
Non gli basta averli torturati, vogliono anche che muoiano nell’oblio.
Matteo
Gli eventi storici possono spiegare l’apparizione di un genocidio ma solo l’ignominia può giustificare il non riconoscimento.
Giovanni
Il genocidio è una ferita per l’Umanità mentre il non riconoscimento è un’alienazione dell’uomo.
Luca
Alcuni uomini non intervengono perché non erano presenti al momento degli avvenimenti senza rendersi conto che la loro neutralità serve solo ai boia.
Matteo
Nel genocidio, ci vedo la barbarie mentre nel non riconoscimento lì si trova il suo orrore.
Anna
Nel riconoscimento, c’è ben di più del dovere della memoria. C’è la resurrezione di un popolo.
Marco
Sono d’accordo con questi pensieri sono gli atti di cui abbiamo bisogno.
Giovanni
Per questo scriviamo la storia.
Luca
Ma noi dobbiamo scrivere la storia del futuro. Tempo. Se vogliamo che i genocidi appartengano al passato, dobbiamo occuparci del loro riconoscimento.
Marco
I nostri nemici non sono i boia che sono morti ma coloro che continuano la loro opera attraverso il non riconoscimento.
Matteo
E come convincere colui che non lo sa!
Luca
Per vincere insieme a lui, dobbiamo nascere con lui.
Giovanni
Per alcuni, la stesura della dichiarazione dei diritti dell’uomo non ha senso nonostante sia necessaria.
Anna
Attraverso il genocidio, la nostra lotta è indirizzata all’Umanità.
Luca
L’Umanità ha anch’essa il diritto di esistere.
Marco
Come ogni uomo libero.
Matteo
Dobbiamo lottare contro ogni paese, contro ogni sistema che se ne infischia dei diritti dell’uomo e non riconosce i genocidi.
Giovanni
Dobbiamo lottare prima di tutto contro i paesi che hanno commesso i genocidi e che non li riconoscono perché servono d’ esempi all’ignominia.
Matteo
Solo che bisogna essere prudenti.
Anna
Come osi parlare di prudenza quando si tratta di un genocidio?
Matteo
Non volevo dire questo. Giustamente pensavo a te e a Giovanni.
Anna
Non è a noi che bisogna pensare ma agli altri che non hanno potuto difendersi, agli altri che sono morti perché esistevano, agli altri che vivono solo nelle nostre memorie.
Giovanni
È solamente a questo che dobbiamo pensare.
Marco
Per aiutare conosco una persona che è sopravvissuta al genocidio.
Matteo
Dobbiamo incontrarla al più presto possibile.
Marco
Allora dobbiamo andare a casa sua. Purtroppo non può muoversi. Le torture l’hanno inchiodata sulla sua sedia.
Anna
Abbiamo bisogno di lei. Andiamo!
Soffiano sulle loro candele e partono.
Quinto movimento
Finale
Anna, Giovanni, Luca, Marco, Matteo, Silenzio e Sofia.
In una piccola casa, una stanza è illuminata da una luce tenera. Là, vediamo un’ombra accompagnata dal silenzio. Sentiamo lo squillo di un campanello.
Sofia
Sono loro!
Il personaggio muto si allontana e rientra col gruppo.
Marco
Non avremmo voluto scomodarvi ma dovevamo venirvi a trovare.
Sofia
Avete fatto bene, figli miei.
Marco
Vogliamo che ci aiutiate.
Sofia, mostrando la sua sedia.
È da molto che non posso più aiutare nessuno.
Il personaggio muto mette la sua mano sulle sue spalle e le sfugge un sorriso.
Senza il sostegno del silenzio, non sarei qui.
Marco
Non dite questo…Tempo. Soprattutto ora…
Sofia
Perché adesso?
Giovanni
Perché abbiamo una battaglia da condurre.
Sofia
Una battaglia?
Luca
Un’opera da creare…Silenzio.
Sofia
La mia vita finisce.
Anna
Ma la vostra opera deve sussistere.
Sofia
Sono sopravvissuta ad un genocidio non riconosciuto. Tempo. La mia opera non esiste.
Matteo
No, è sbagliato!
Sofia
Tuttavia io affondo nell’oblio e nell’indifferenza generale. Mentre altri scendono a trattative sul futuro dei nostri fanciulli con il boia del passato.
Marco
Per questo motivo siamo qui!
Sofia
Siete venuti troppo tardi, figli miei.
Marco
Troppo tardi?
Sofia
Tutti gli altri sono morti. Tempo. Sono l’ultima dei sopravvissuti. Dopo di me, nessuno potrà accusarli.
Luca
Faremo ricorso alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo.
Sofia
Senza documenti saranno incapaci di…
Matteo
Ma voi siete il nostro documento! Dentro di voi vive la memoria del genocidio.
Sofia
Vive come una nota in un requiem.
Anna non potendo più contenersi abbraccia Sofia e Giovanni le si mette accanto.
Giovanni
Se avessimo potuto essere là prima.
Sofia
Dovete vivere, figli miei. Molti uomini hanno conosciuto solo la morte.
Marco
Ma ora si tratta dell’invasione dell’oblio.
Sofia, grida.
No! L’oblio non ci sarà!
Marco
Allora ve ne supplico, aiutateci!
Sofia
Che cosa devo fare?
Luca
Il racconto di ogni avvenimento.
Sofia
Voi mi chiedete di rivivere la morte…Silenzio.
Il personaggio muto si china verso di lei e le bisbiglia una parola all’orecchio. Gli altri attendono la sua reazione.
Lo farò ad una condizione!
Matteo
Faremo ciò che vorrete.
Sofia
Voglio che continuiate questa lotta anche dopo la mia morte. Silenzio. A cominciare da oggi voi sarete la mia memoria.
Anna
Sarete la nostra Umanità.
Sofia
Quando volete cominciare?
Giovanni
Il più presto possibile.
Sofia
Allora cominceremo oggi stesso.
Sofia fa un segno al personaggio muto che esce dalla scena subito.
Silenzio.
Nessuno osa intervenire. Tutti attendono il suo ritorno.
Silenzio.
Il personaggio muto ritorna circondato da un’ immensa stoffa nera. La trascina a fatica. Tutti gli altri si rialzano. Continua imperturbato, il suo cammino senza preoccuparsi di loro. Finisce per riempire tutta la scena di quella stoffa nera.
Sofia
Su questa stoffa sono scritti tutti i nomi delle vittime del genocidio. Manca solo il mio. Tempo. Prendetela è vostra ormai. Una sola cosa vi chiedo, non dimenticateci perché siamo soltanto questa stoffa nera.
Ciascuno a suo turno, sollevano la stoffa nera. Il personaggio muto riprende il suo cammino ed esce dalla scena. Cammina in mezzo agli spettatori. È seguito dalle persone del gruppo che a malapena cercano di trattenere le lacrime. Escono tutti dalla scena lasciando Sofia da sola.
Dio mio, ora che ho fatto il mio dovere, prendimi con te.
China la testa e chiude gli occhi. Il personaggio muto accompagnato dal gruppo ritorna in scena la depositano al suolo, e la ricoprono con la stoffa nera. Si inginocchiano tutti.
Penombra.
Oscurità.
Nero.
Fine.